domenica 8 giugno 2008

Convegno Cerif sul Family Business

Ho partecipato al convegno organizzato da CERIF, il Rotary Club Cantù e la BCC di Cantù, Imprese di Famiglia: strumenti per il successo

Venerdì 6 Giugno ho raggiunto la Banca di Credito Cooperativo di Cantù sotto un'acquazzone "amazzonico" per ascoltare gli interventi di alcuni tra i relatori più qualificati in tema di Family Business tra cui Cladio Devecchi, Giorgio Ricchebuono, Mario Marelli e Aldo Bonomi.

Ho inoltre avuto l'occasione di conoscere personalmente il dott. Stefano Colombo di Asam nonché animatore del blog Family Business Smart con il quale spesso dialoghiamo virtualmente attraverso i nostri blog.

Aldo Bonomi ha aperto il dibattito segnalando il grande lavoro di rimodernamento culturale e sociale che aspetta le imprese di famiglia alla "brianzola", denunciando le problematiche più rilevanti da affrontare (scolarità, apertura mentale, individualismo, crollo dei valori chiave com il senso del lavoro e il senso del sacrificio) . Bonomi si interroga sulla differenza naturale che divide le generazioni giunte al cambio di governo. Mentre la vecchia generazione costruttrice aveva in se un set di valori che permetteva di mettere al lavoro la famiglia, oggi, le nuove generazioni non hanno ben chiara la direzione e non sono più in grado di condividere gli stessi valori.

La presetnazione del prof. Claudio Devecchi, autore del libro "Problemi, criticità e prospettive dell'impresa di famiglia mi ha entusiasmato molto e soprattutto ha evidenziato ( a differenza del pessimismo sociale di Bonomi nei confronti delle imprese di famiglia, identificate con l' associazione "villetta, capannone, nanetti e Bmw"), il ruolo determinante svolto dalle imprese di famiglia oggi, nella creazione di valore, sviluppo e crescita per l'intero paese, spingendosi a ipotizzare un riconoscimento ai più alti livelli di questo ruolo anche dal punto di vista dei finanziamenti.

Questa tesi, che mi trova perfettamente d'accordo, rientra negli obiettivi primari della nostra categoria, Confartigianato e il gruppo giovani lavorano affinché venga riconosciuto il ruolo determinante svolo a livello economico e sociale.

Devecchi
illustra tutti gli strumenti a disposizione per le imprese per affrontare il passaggio generazionale, affermando l'importanza di affidarsi esternamente all'aiuto di professionisti esperti. Giorgio Ricchebuono ha infine sottolineato l'importanza di inserire in azienda una organizzazione temporale con l'obiettivo di giungere ai momenti più delicati con la dovuta preparazione.

Questo tema credo sia di vitale importanza e anche per esperienza personale ritengo che non sia mai abbastanza il tempo dedicato alla diffusione di questi principi per la salvaguardia del futuro delle nuove generazione di imprese.

2 commenti:

giancarlo ha detto...

Mi scuso per il ritardo.

L'argomento e'sempre molto importante e soprattutto di attualita',visto che non si parla d'altro.
Il passaggio generazionale va visto a 360° e sopratutto va affrontato in ogni sua singola specifita'.
Ritengo sia difficile trovare uno strumento universale che vada bene a tutti.Sono daccordo sui valori.
C'e'molto da analizzare e discutere.
O forse si e'parlato davvero troppo ed e'giunto il momento di agire.
VERO GIOVANI IMPRENDITORIII?????

Giancarlo

Anonimo ha detto...

il vero problema è far crescere e diffondere la cultura di impresa, favorendo il giusto mix tra esperienza ed innovazione.

ottima l'idea del convegno.
peccato non aver avuto tempo di parteciparvi.

andrea