martedì 13 ottobre 2009

Emilio Altavilla: la mia protesta contro i parrucchieri cinesi

Pubblichiamo la lettera di Emilio Altavilla, parrucchiere di Milano e membro del direttivo del Giovani, Milano, Monza e Brianza, in merito ad una delle probematiche più attuali del settore.


"Spesso dietro insegne decisamente poco orientali, si nascondono acconciatori dagli occhi
a mandorla moltissimi dei quali esercitano senza licenza e cosa più preoccupante, senza avere
i requisiti di parrucchiere.

Il sospetto è che per poter esercitare abbiano incluso nella loro attività qualcuno che
possedesse questi requisiti, probabilmente hanno acquistato sia licenza che titolare
vale a dire che dietro ad alcuni parrucchieri cinesi ci puo essere un milanese che di fatto
ha ceduto l' attività.

Non voglio assolutamente incitare al razzismo o mettere in discussione il principio
della libera concorrenza ma non posso fare a meno di chiedere un intensificazione
dei controlli, perchè è impensabile che si possano dimezzare i tariffari e nello stesso
tempo rispettare le regole in materia di lavoro,fisco e soprattutto di igene e salute"

4 commenti:

Elena Natali ha detto...

Emilio ho visto la trasmissione a cui hai partecipato insieme ai tuoi colleghi di categoria .
Spero davvero che alle promesse fatte seguano dei fatti concreti .
Non me la prendo con i cinesi in quanto tali , ma non sopporto di vedere la quantità di carta , di certificazioni , di corsi di formazione e qualificazione e quant'altro portato all'eccesso che ci viene richiesta contrapposta a realtà che non hanno i minimi requisiti di igiene .
Il mio settore è il tessile e so bene quanto un laboratorio cinese possa costare meno rispetto ad uno italiano e so quanto sia "allettante" rivolgersi a loro per contenere i costi di produzione .
La soluzione non è dare lavoro a loro , ma lavorare insieme affinchè diminuiscano i nostri costi , dobbiamo lottare per salvaguardare i nostri valori , la nostra esperienza , le nostre attività e con esse i nostri dipendenti che non devono perdere il lavoro a favore degli schiavi del nuovo millennio .

Galbiati Mattia ha detto...

la concorrenza è il nostro pane, è quello stimolo che ci aiuta ad avere una marcia in più per fare meglio, purchè sia leale. tutti noi vorremmo molta più chiarezza, molti più controlli e che i nostri clienti si accorgano che se il nostro prezzo è leggermente più alto, non è perchè noi li si voglia fregare, ma è per tutta quella qualità che diamo con i nostri servizi, con i nostri prodotti e con la nostra professionalità!!

Unknown ha detto...

Caro Emilio,
che dire delle tue parole se non che sono la piu semplice e veritiera rappresentazione della realtà.
Quando all' interno di un sistema basato su mille regole che a volte si contraddicono anche fra di loro e difficile fare chiarezza.
se ti puo consolare ad ogni modo ogniuno di noi ha qualcosa che non funziona nel proprio sistema settoriale e ti faccio un esempio.. l' unione europea con la normativa europea EN-13241 ha imposto che dall' anno 2005 tutti i cancelli, cancelletti, chiusure residenziali ed industriali per essere vendute devono riportare il marchio CE....e sottolineo il "per essere vendute!!!".
una certificazione che comporta un ciclo di produzione ben dettagliato e delle strutture collaudate e certificate tanto da che per sostenere tutte queste cose la Ns. azienda ha speso oltre 7000,00 €!!!
Oggi i miei cancelli hanno il marchio CE e sono una delle poche aziende certificate in lombardia
pero per ammortizzare i costi io sono tante volte fuori concorrenza di conseguenza si vedono ogni giorno migliaia di imprese costruttrici, costrire palazzine e o condomini con cancelli che nn riportano affato una targhetta identificativa del prodotto, da dove è arrivato, numero di matricola,ma soprattutto lo stesso marchietto CE!
Questo perche i controlli degli enti preposti sono spesso lascivi e poco attenti infatti credo che un qualsiasi collaudatore serio che vesionando una nuova costruzione entri dal cancello dovrebbe cercare il marchio CE e non vendendo lo stesso dovrebbe dire "ripasso la prossima volta" ma tutto questo non accade.
Ancora una volta chi cerca di essere onesto ma soprattutto di rispettare le regole per dare un servizio migliore e attento è colui che alla fine viene piu bistrattato degli altri!

Filippo Berto ha detto...

Emilio non mollare!

è necessario sensibilizzare i consumatori: è' corretto sostenere che sfrutta negando i nostri minimi diritti del lavoro e dell'uomo e non rispetta le regole?

L'etica dei consumatori molto spesso non va di pari passo con le esigenze del portafoglio! La crisi è anche questa